“H2O” di Ilaria D’Adamio

“Le molecole?
Solo una questione di geometrie.
Il problema di fondo? Restano i legami, più o meno regolari…va da sé!
Sospirai.
Riprendendo fiato da un attimo di vuoto
mi tuffai nel respiro che anelava, bramando,
alla tranquillità.
Un fiocco, annodato su se stesso
scioglieva nitida, l’immagine della promessa,
il cui sapore però, deve smettere di colorarsi
di un peso che è quello della catena.
Due punti che procedono su linee parallele
all’infinito, s’incontrano!
Quando? Questione, troppo umana!
S’incantano per ora soltanto, di fugaci apparizioni
di farfalle.
Lo spazio percorso li avvicina lentamente.
A poco, a poco…gocce di rugiada, insieme.
Il giorno che é per l’uno, é la notte per l’altra.
Il giorno che è per l’una, è la notte per l’altro.
Tenuti insieme solo dalla forza, di un legame
che va oltre il tempo, di cui all’acqua è consegnata
la memoria presente e passata, inconsapevoli.
L’oblio non cancella ciò che non si può vedere in volto,
ciò che oltrepassa i confini nel sentire.
Nell’acqua sino a quando le irregolarità non si
dissolvano?
Fino a che punto? Decisione non umana! Lì sta
l’incanto del mistero. Da non svelare.
In sogno s’incontrano e continuano
il gioco del farsi colori complementari.
La Luna ha molti laghi. Attraverso le sue fasi si vedono
allo specchio, le ANIME GEMELLE decise dall’ABITO del NOME
che indossano per battesimo. Nell’acqua rinati,
germogliano purificati. Dalle posizioni opposte di simmetrie vissute, uniti nel SOGNO che riporta alla REALTA’.
Un istante per riconoscersi.
ED è GIA’ VITA.

C’è da guardare…poco! Prendi e ferma quella
bici! Fermati e fermami! Riconoscimi tu, stavolta.
So che mi stai cercando! I linguaggi dello spirito
che in parte conosco e al cui interno ben ci navigo
sono stati sottratti fino a ieri dalle mie mani.
Donati ad altri, volenterosi, usciti dalla mia mente
attraverso le esperienze del passato.
Ma…perché?
Che non mi si dica che non ci ho creduto abbastanza!
Eh, no! Non l’accetto!
Mi avete ridotta ad essere aliena di me, quando
davanti ai miei occhi passa la proiezione della mia
vita.
TAGLIALA, TAGLIALA questa catena, che se di
AMORE VERO si fosse trattato non mi avrebbe ossessionata.
Non sarei fuggita, ma restata. Quindi chi tu sei, sei
l’unico dei tanti con cui il piacere si scioglie in calore di rifugio e forza del resistere.
Mani che si toccano. Sfiorandosi, s’afferrano
per fare di ricchezza, la povertà del loro singolo
sguardo abbandonato. Fugare da sé perché
condannato a vagare senza trovarti. Penso nel restare
presente a se stessi. Non posso più aspettare, fermati,
trovami, abbracciami…che delle coordinate di viaggio
tutte, le abbiamo vissute.
Allora cosa c’entrano più le farfalle? Ormai si
sono svelate tutte e si è giunti al compimento
della CRISALIDE: unità del MISTERO!
Ricchezza, nessuna povertà.
Pensi che ti addossi le mie pene? Delle peregrinazioni, sofferenza?
I possibili restano, ma son tappe ormai solcate.
Ad ogni meta la scia della mia barca ha bordato
un ricamo che si è fatto delicata pelle,
tela intessuta sulla mappa del mondo. Ponte
tra il VISIBILE e il NON. SCONFITTO IL DRAGO!

LA VITTORIA DEL NOSTRO ABBRACCIO.
Ti aspetto ora. Qui e subito, oltre gli incubi.
Solo ACCORDI PERFETTI di disegni estranei alla
perdizione del mondo, ma completi di VITA che INNALZA,
AMORE.
Fusi nella RINASCITA INSIEME.

Una “H” A forma di SCALA a cui aggrapparsi
per salire a sentire il profumo del VERDE
delle foglie fresche sull’albero che della vita
porta a compimento la perfezione di un cerchio
ricavato in una “O”.
Due lettere, legate da un numero che ha il sapore del NUOVO nel suo farsi, “PRIMO”,
ad una seconda possibilità: “H2O”.

Ilaria D’Adamio